Memento audere semper
Memorie di guerra

Paolo Monelli

Le Scarpe al Sole

Cronaca di gaie e tristi avventure di alpini di muli e di vino

Euro 00.00 - VOLUME ESAURITO
Pag. 240
Formato 21x15
24 litografie di Mario Vellani Marchi
Copertina plastificata opaca a doppia bandella
Brossura cucita filo refe


ISBN 88 - 89660-05-8
EAN 978 - 88 - 89660-05-8

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Il volume

Nel 90° anniversario della Vittoria, cui gli Alpini contribuirono ampiamente, è un privilegio riproporre uno dei testi simbolo del sublime sacrificio, della straordinaria lealtà, della caparbia perseveranza, della semplice saggezza delle truppe da montagna più famose nel mondo.
In quello che infatti può essere considerato uno dei testi più importanti sulla I Guerra Mondiale, per il valore di testimonianza ma anche e soprattutto per quello letterario, l'allora Capitano Monelli ricostruisce non solo la vita quotidiana dell'alpino al fronte, con le necessità di tutti i giorni, l'impiego in combattimento (basti solo la parola “Ortigara”) e in trincea, la sofferenza per le condizioni di vita e quelle climatiche, le legittime lamentele, i comportamenti al di fuori del regolamento (specie in rapporto al consumo alcoolico) ma riesce a renderci partecipi dei più intimi pensieri, le recondite speranze, la saggezza atavica, lo spirito indomito ed il coraggio non comune di questi uomini di montagna prestati alla guerra.
Vi è soprattutto il rispetto e l'ammirazione senza pari per i propri soldati, in netta contrapposizione al sospetto e al malcelato disprezzo per gli alti comandi, secondo solo a quello riservato agli “imboscati” e ai profittatori di guerra.
La scelta stessa del lessico, ricchissimo di topiche “alpine” che vengono fissate, conservate e tramandate per la gioia degli alpini di oggi in un gustoso glossario, permette di entrare immediatamente in sintonia con i protagonisti: basti pensare al titolo, espressione squisitamente alpina, metafora di un evento non certamente raro in guerra, ma che si ha la delicatezza di non palesare nella sua tragica brutalità.
È un inno dunque all'alpinità, al modo di affrontare la vita (ed il pericolo) che suscita l'ammirazione ed il desiderio di emulazione in tutti quanti abbiano avuto l’onore di portare la penna nera o abbiano conosciuto ed imparato ad apprezzare e rispettare il valore degli Alpini, sia in pace, sia in guerra.
Ad impreziosire la presente edizione, 24 litografie di Mario Vellani Marchi, originalmente prodotte per l’edizione limitata e numerata del 1933 per i tipi Treves, anch'esse espressione del tratto dell'alpino, ruvido sì, ma ricco di sentimenti e poeticità.

L'autore

Paolo Monelli (Fiorano Modenese, 1891 - Roma, 1984), ufficiale degli Alpini nella I Guerra Mondiale, partecipa a varie battaglie, tra cui l'Ortigara, e viene preso prigioniero nel dicembre 1917 durante la battaglia d'arresto. Posto in congedo, continua la carriera giornalistica, intrapresa prima della guerra al Resto del Carlino , al Corriere della Sera , a La Stampa e a La Gazzetta del Popolo . Nel 1926 fonda, insieme ad Orio Vergani, Riccardo Bacchelli ed altri, il premio Bagutta.
Nel 1936 segue per il Corriere, dove rimarrà fino al 1943, la Campagna d'Etiopia. Richiamato alle armi col grado di Maggiore, viene destinato (quale ufficiale degli Alpini!) al Ministero Marina con l'incarico di corrispondente di guerra.
Nel dopoguerra continua a lavorare per il Corriere, Il Tempo e La Stampa, per cui stende memorabili reportages. Il giorno della sua morte viene definito dal New York Times "for half a century one of Italy's most distinguished journalists and noted writers".
Autore, tra gli altri, dei volumi: Viaggio alle isole Freddazzurre (1926), Io e i tedeschi (1927), La guerra è bella ma è scomoda (commento ai disegni di Novello, 1929), L'alfabeto (1932), Barbaro dominio (1933), Il ghiottone errante (1935), Roma, 1943 (1945), Mussolini piccolo borghese (1950), O.P., ossia il vero bevitore (1963), e il postumo Ricordi di naja alpina (2001).